Un low-code app builder è una piattaforma progettata per abilitare lo sviluppo applicativo semplificato attraverso configurazioni guidate, componenti visuali drag & drop e logiche predefinite.
Nato come paradigma di sviluppo software intorno al 2010, il modello low-code si è consolidato a partire dal 2020, quando le imprese si sono trovate nella necessità di accelerare la digitalizzazione dei processi per garantire continuità operativa, agilità e resilienza. Da quel momento, la richiesta di strumenti capaci di sviluppare soluzioni su misura in tempi rapidi, senza compromettere la qualità del software o la visione architetturale di lungo termine, ha reso i low-code app builder una leva strategica della governance IT.
Questo approccio si è affermato per rispondere a una doppia esigenza:
- da un lato, superare i limiti dei software di mercato, troppo rigidi o generalisti per adattarsi a processi evolutivi o ad alta variabilità operativa
- dall’altro, affiancare lo sviluppo custom laddove non è necessario partire da zero, offrendo una modalità più rapida per rispondere a esigenze puntuali o processi a bassa complessità.
Il valore aggiunto del low-code risiede nella capacità di conciliare flessibilità progettuale, rapidità esecutiva e controllo architetturale. Non elimina del tutto la scrittura del codice, ma ne riduce drasticamente l’incidenza, accelerando il time-to-market, facilitando la manutenzione e abilitando una digitalizzazione realmente sostenibile.
Quando il software di mercato è sufficiente (e quando rischia di frenare l’azienda)
ERP, CRM, soluzioni SaaS o gestionali verticali sono spesso la prima scelta per digitalizzare processi standard. Offrono funzionalità pronte all’uso e tempi di attivazione contenuti e, in molte organizzazioni, soprattutto nelle fasi iniziali della trasformazione digitale, rappresentano un’opzione più che valida. Il problema non è il software in sé, ma ciò che non gestisce: attività interdipartimentali, varianti operative, controlli trasversali o microflussi approvativi che non rientrano nel perimetro funzionale previsto.
Di fronte a questi gap applicativi, gli utenti cercano scorciatoie: strumenti temporanei che, con il tempo, si consolidano in processi paralleli, al di fuori del controllo dell’IT. È così che nascono i cosiddetti shadow process: flussi operativi gestiti in modo destrutturato attraverso fogli Excel, moduli condivisi via e-mail, strumenti cloud non integrati o task assegnati informalmente. Questi processi tampone sopperiscono alle mancanze del gestionale, ma introducono disallineamento, perdita di tracciabilità e rischio operativo, frammentando l’ecosistema applicativo.
L’IT si ritrova a dover rincorrere l’innovazione anziché guidarla, mentre le operations si muovono con strumenti disconnessi, difficili da manutenere e spesso non scalabili. È in questo tipo di contesto che un low-code app builder fa la differenza, consentendo di modellare soluzioni su misura, progettate per estendere o integrare le funzionalità del gestionale, ma in modo strutturato, governabile e allineato all’architettura esistente.
Oltre lo sviluppo custom: l’alternativa per i processi fuori ERP
Lo sviluppo software su misura rappresenta per Make IT la risposta più efficace per digitalizzare i processi core, quelli che caratterizzano l’identità, la competitività e la visione di lungo termine di un’organizzazione. Grazie alla sua capacità di modellare soluzioni precise, coerenti e profondamente integrate, lo sviluppo custom resta lo strumento più potente per innovare in modo strutturato.
Tuttavia, non tutti i processi aziendali richiedono lo stesso livello di progettazione e investimento. In particolare, i processi di supporto – come flussi approvativi, modulistica documentale, interazioni interdipartimentali – spesso cambiano più rapidamente e richiedono tempi di risposta più agili.
È in questo ambito che si colloca Zefiro, la piattaforma low-code enterprise-level sviluppata da Make IT: pensata per digitalizzare i processi fuori ERP, senza sovraccaricare i sistemi gestionali né appesantire il piano evolutivo dell’IT, Zefiro permette di costruire applicazioni robuste e governabili, con maggiore velocità e pieno controllo.
Quando il low-code accelera l’innovazione nei processi di supporto
Il low-code si afferma quindi come un’alternativa strategica: coniuga personalizzazione e sostenibilità, garantendo tempi di rilascio più brevi, maggiore adattabilità e un governo dell’architettura che riduce proprio questo tipo di rischi. Inoltre, un low-code app builder può rappresentare uno strumento più adatto rispetto alle soluzioni no code che sono orientate alla produttività individuale, in grado di semplificare la creazione di piccole app ma che non offrono la profondità necessaria per gestire processi aziendali complessi. Naturalmente, non tutte le piattaforme low-code sono uguali. Anche molte piattaforme low-code generaliste possono risultare efficaci su casi isolati, ma spesso non sono progettate per supportare scenari applicativi critici o ad alta variabilità operativa.
Zefiro nasce proprio per affrontare queste sfide: riporta sotto governance i flussi destrutturati, evitando la proliferazione di processi shadow e garantendo un’evoluzione del sistema informativo coerente con l’architettura aziendale.
Low-code app builder: flessibilità, controllo e rapidità per digitalizzare i processi aziendali
La piattaforma Zefiro, sviluppata da Make IT, si posiziona come ERP low-code progettato per abilitare la digitalizzazione su misura in contesti enterprise, riducendo drasticamente i tempi di sviluppo ma senza compromessi su qualità e coerenza architetturale. Zefiro integra strumenti avanzati per la modellazione dei processi, un workflow engine nativamente API-first, e una logica modulare per la costruzione e manutenzione incrementale delle applicazioni. È progettata per estendere o affiancare i sistemi gestionali esistenti, creando un layer flessibile ma controllato per l’evoluzione digitale.
Alcune aziende hanno scelto Zefiro per modellare e digitalizzare flussi interdipartimentali strategici, configurando soluzioni coerenti con la propria architettura e con i propri processi. Tra le implementazioni più ricorrenti rientrano:
- la gestione degli accreditamenti e della documentazione dei fornitori;
- il ciclo passivo, con controlli e approvazioni integrati;
- la modulistica di controllo qualità, allineata con i sistemi ERP;
- l’onboarding di collaboratori occasionali, integrato con sistemi di firma digitale.
Zefiro consente di evitare processi "ombra", garantire tracciabilità, e mantenere coerenza con gli standard IT.
Low-code generico vs enterprise-level: cosa cambia davvero (e perché Zefiro fa la differenza)
Zefiro è progettato secondo questa seconda logica: una piattaforma enterprise-level pensata per garantire continuità architetturale, scalabilità, coerenza metodologica e pieno allineamento con i processi aziendali più critici.
Perché scegliere Zefiro: efficienza operativa e vantaggi per tutti gli attori aziendali
Zefiro non è un semplice strumento di sviluppo visuale, ma una piattaforma applicativa progettata per costruire soluzioni robuste e governabili su processi reali, anche quando questi non trovano spazio nei sistemi standard.
Risolve in modo sistemico problemi come:
- la gestione destrutturata di flussi approvativi,
- la digitalizzazione di attività interdipartimentali (fornitori, qualità, logistica),
- il mantenimento di tracciabilità su processi documentali e gestionali
- la modellazione di microprocessi a supporto delle attività operative e gestionali, come ad esempio il ciclo passivo, la gestione del budgeting o altre interazioni interdipartimentali ad alta variabilità.
Zefiro connette reparti e sistemi: digitalizza flussi approvativi e microprocessi, integra ERP/legacy e garantisce tracciabilità. Con più produttività.
Zefiro abilita:
- la creazione di applicazioni modulari allineate alla struttura organizzativa;
- l’integrazione nativa con ERP e sistemi legacy;
- una governance applicativa completa, con controllo su permessi, audit.
Zefiro: vantaggi concreti anche per gli utenti
I benefici di Zefiro si estendono ben oltre l’area IT. La piattaforma è progettata per migliorare concretamente l’operatività quotidiana degli utenti, semplificando l’interazione con i processi digitali:
- le interfacce intuitive e contestuali semplificano l’esperienza d’uso,
- la maggiore tracciabilità e la chiarezza nelle responsabilità riducono gli errori e migliorano l’efficienza,
- la riduzione del carico manuale e delle attività ridondanti consente di risparmiare tempo,
- la UX funzionale migliora la qualità del lavoro, aumentando il coinvolgimento e la precisione operativa.
Zefiro non si limita a colmare i vuoti lasciati dai gestionali: crea un digital workplace coerente con le esigenze reali dell’organizzazione. La piattaforma è pensata per la regia applicativa dei processi aziendali, nell’ottica di una governance evolutiva.
Zefiro centralizza le attività in una dashboard sempre disponibile, per non perdere mai una scadenza.
Come valutare il partner giusto: l’approccio consulenziale di Make IT
Adottare un low-code app builder richiede più della semplice selezione di una tecnologia. Serve un partner in grado di progettare e realizzare soluzioni che si integrino armonicamente nell’ecosistema aziendale, evolvendo insieme ai processi.
Make IT si distingue per un approccio consulenziale fondato su metodologie ingegneristiche consolidate e su competenze tecniche sviluppate in oltre vent’anni di esperienza nella progettazione applicativa. Ogni progetto è supportato da un insieme di pratiche strutturate e certificate, che guidano tutte le fasi del lavoro: dall’analisi e mappatura dei processi alla modellazione funzionale, fino alla manutenzione evolutiva.
Ogni implementazione di Zefiro è co-progettata insieme al cliente, con l’obiettivo di costruire soluzioni efficaci, in grado di abilitare nuove capacità operative, riducendo la complessità e mantenendo la coerenza architetturale. Non si tratta solo di sviluppare app, ma di trasformare i processi aziendali in modo governabile, misurabile e scalabile.