Le low-code development platform (LCDP) offrono un approccio versatile allo sviluppo software e sono l'ideale per le organizzazioni che hanno due obiettivi strategici: migliorare l'efficienza operativa e accelerare la trasformazione digitale.
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Il segreto sta nella loro capacità di semplificare la digitalizzazione dei processi, potenzialmente a tutti i livelli aziendali. Una low-code platform correttamente implementata, infatti, consente ai team di creare flussi di lavoro e applicazioni personalizzate anche in assenza di conoscenze approfondite di coding. Questo significa che anche gli utenti di business privi di competenze tecniche avanzate possono contribuire all'innovazione, integrando le funzionalità e i tool di cui hanno bisogno per ottimizzare la catena del valore e riducendo, allo stesso tempo, il backlog IT.
Le low-code platform si rivelano fondamentali anche per imprimere nuovo slancio ai profili informatici aziendali: riescono ad accelerare la prototipazione di nuovi prodotti e servizi, consentendo alla funzione IT di rispondere rapidamente alle esigenze dei propri utenti e di adattarsi ai repentini cambiamenti del mercato.
Nel complesso, le soluzioni low-code migliorano l'agilità e la collaborazione tra i vari reparti, favorendo il coinvolgimento della popolazione aziendale, la produttività e l'integrazione dei processi operativi.
Piattaforme di sviluppo low-code, un mercato in forte crescita
Non stupisce dunque che l’adozione delle piattaforme low-code stia crescendo a ritmi incessanti.
Secondo un report di Precedence Research, il mercato globale di queste soluzioni è destinato a decuplicare nel prossimo decennio, passando dai 10,46 miliardi di spesa registrati nel 2024 a un valore stimato di circa 82 miliardi di dollari entro il 2034. Si tratta di un incremento medio anno su anno del 22,92%, sostanzialmente attribuibile alla domanda di sviluppo rapido delle applicazioni e al crescere di iniziative di trasformazione digitale in un numero sempre maggiore di settori.
Fonte: Low-Code Development Platform Market Size, Share and Trends 2024 to 2034
Cosa sono le low-code platform e come funzionano
Entriamo ora più nel dettaglio, definendo che cosa sono le low-code platform e, soprattutto, cosa consentono di fare a livello pratico.
Una piattaforma low-code è un ambiente di sviluppo software grazie al quale gli utenti hanno la possibilità di creare applicazioni ex novo (e di ampliarne le funzionalità nel tempo) con un apporto minimo di attività di codifica manuale. Merito di interfacce visive user friendly che, assieme a template di programmazione precostituiti e dedicati a specifici use case, abilitano processi di sviluppo gestiti tramite semplici drag-and-drop. Queste operazioni, a loro volta, si innestano su architetture logiche e flussi di lavoro estremamente intuitivi.
In altre parole, le low-code platform sono appositamente progettate per semplificare il ciclo di vita dello sviluppo del software. Se ben implementate e ampiamente adottate dalla popolazione aziendale, riducono la necessità di skill avanzate nell'ambito del coding (sempre più difficili da reperire sul mercato) e promuovono la collaborazione tra i team IT e le business unit nella gestione del ciclo di vita delle applicazioni aziendali.
Approfondisci l’approccio low-code e scopri quando conviene
Così le low-code platform rivoluzionano l'approccio allo sviluppo software
Una low-code platform, quindi, può migliorare significativamente i processi di sviluppo del software soprattutto nelle piccole e medie imprese, o all'interno di organizzazioni che non dispongono di una funzione IT particolarmente strutturata.
Con gli strumenti low-code, gli utenti aziendali che hanno una conoscenza di base in ambito di programmazione possono trasformarsi in “Citizen Developer”, e cominciare a costruire e modificare le applicazioni in autonomia. Il tutto senza scendere a compromessi sul fronte della sicurezza e della conformità, garantite da una serie di policy preimpostate sulla piattaforma.
Citizen Developer, definizione
Un Citizen Developer è un dipendente non-IT che attraverso tool approvati dall’azienda crea o potenzia un’applicazione senza necessariamente avere una formazione specifica nello sviluppo software. È quindi solitamente un utente finale del software che sfrutta strumenti come le piattaforme low-code o no-code per implementare rapidamente soluzioni in linea con gli obiettivi del business.
Pensiamo a come cambia l'iter di sviluppo delle soluzioni per la produttività: si tratta di una vera e propria rivoluzione. Le organizzazioni riescono non solo a produrre ma anche a distribuire più rapidamente i tool di cui hanno bisogno. Ciò significa sgravare gli utenti da attività ripetitive e a basso valore aggiunto, e, allo stesso tempo, dare vita a software sempre più aderenti alle reali (e mutevoli) necessità di chi poi quei software deve utilizzarli quotidianamente.
Questo non vuol dire che i profili tecnici siano estromessi dalle low-code platform, tutt'altro. Le soluzioni più avanzate sono dotate di strumenti e funzionalità che facilitano la collaborazione tra IT e linee di business. Pur mantenendo ciascuno il proprio ruolo, le parti interessate possono confrontarsi durante l'intero processo di sviluppo lavorando su una piattaforma condivisa. Il che assicura che le applicazioni soddisfino tutte le esigenze espresse dalle varie tipologie di attori aziendali. È questo meccanismo, in definitiva, che alimenta una vera cultura dell'innovazione.
Fonte: Forrester.
Soluzioni low-code: come le usano le aziende
Le low-code platform sono fondamentali per supportare le iniziative di trasformazione digitale anche sul piano tecnologico. Queste piattaforme dispongono infatti di connettori e API (Application Programming Interface) integrati che facilitano l'interconnessione con i sistemi esistenti e i servizi di terze parti. Ciò consente:
- di sviluppare rapidamente applicazioni moderne che possono sfruttare il cloud computing, l'analisi dei dati e le funzionalità mobile,
- di dar vita a ecosistemi coesi che aumentano l'efficienza operativa e migliorano il flusso di informazioni all'interno dell'organizzazione.
Grazie al low-code, inoltre, diventa più semplice:
- trasformare in tempi rapidi le idee in prototipi,
- testare le nuove soluzioni,
- modificarle in modo agile base al feedback degli utenti,
- scalarle.
A giovarsi di questo approccio sono anche le operazioni di manutenzione e di aggiornamento delle applicazioni, visto che le modifiche e le eventuali correzioni possono essere apportate rapidamente senza dover rielaborare il codice.
Low-code vs no-code: differenze e limiti di cui tener conto
Spesso tra low-code e no-code si fa confusione. È bene invece cogliere le principali differenze che intercorrono tra i due approcci per comprendere quale effettivamente possa essere più adeguato alle necessità della propria azienda.
Le low-code platform, come detto, fanno leva su interfacce grafiche e componenti di codice precostituiti e, per certi versi, rappresentano un approccio a metà strada tra il coding tradizionale e l'approccio no-code.
Guida allo lo sviluppo tradizionale di soluzioni personalizzate
Le soluzioni no-code, come suggerisce il nome, puntano esclusivamente su elementi visuali e si rivolgono a una platea di utenti sprovvisti di qualsiasi competenza di base in ambito di programmazione. Se da un lato ciò assicura un'esperienza utente ultra-semplificata, dall’altro presuppone una certa rigidità nella scelta e nell'integrazione dei blocchi di funzionalità disponibili.
I processi di sviluppo software no-code ne risentono quindi in termini di flessibilità e personalizzazione; caratteristiche più connaturate all'approccio low-code, che quindi è la soluzione ideale per chi cerca ambienti di sviluppo in grado di garantire, oltre a prototipazioni rapide, anche maggiori possibilità di customizzazioni e scalabilità delle applicazioni prodotte. Le piattaforme low-code sono quindi in grado di gestire task anche per un numero elevato di utenti, tuttavia, essendo general purpose, vengono utilizzate preferibilmente all'interno di progetti che non richiedono personalizzazioni molto spinte.
È importante sapere che, proprio per la semplicità di utilizzo che non richiede la supervisione di profili tecnici, i due approcci possono contribuire a ridurre il fenomeno dello shadow IT. Fornendo piattaforme low-code e no-code, il reparto IT fa sì che gli utenti di business siano liberi di sviluppare applicazioni a partire da tool approvati dall’azienda. In questo modo, non si rischia di dover fare i conti con un'eccessiva stratificazione applicativa, con la ridondanza di alcune funzionalità o addirittura di alcuni processi. Né, tanto meno, con possibili software dannosi, che esulano dall’ecosistema informativo aziendale.
Cos'è lo Shadow IT
Il fenomeno dello Shadow IT si riferisce all'utilizzo di hardware, software o servizi IT non approvati ufficialmente dall'azienda. Questi strumenti vengono spesso introdotti dai dipendenti in autonomia, al di fuori dei canali IT tradizionali, con potenziali rischi a livelli di sicurezza e compliance.
Gli utenti sono spinti a ricorrere allo Shadow IT perché, per svolgere i loro task, hanno necessità di strumenti specifici:
- che potrebbero non essere forniti dall’organizzazione per cui lavorano,
- o di cui non ne conoscono la disponibilità in azienda,
- oppure perché non trovano adeguati i tool approvati dall’IT.
Low-code vs no-code, tabella comparativa
5 Vantaggi delle low-code platform per le aziende
Secondo il 2024 Gartner® Magic Quadrant™ for Enterprise Low-Code Application Platforms, entro il 2029 le piattaforme low-code saranno utilizzate nell'80% delle applicazioni mission-critical a livello globale, rispetto a solo il 15% nel 2024. Per capire il successo della loro adozione, è utile esaminare quali sono i principali benefici che ne possono trarre le aziende.
1. Democratizzano lo sviluppo software
È bene ribadirlo: con l'introduzione di una low-code platform si amplia in azienda la platea di attori in grado di abilitare processi digitali. Infatti, mettendo a disposizione interfacce visive, strumenti drag-and-drop e meccanismi di supporto per l'inserimento di codice, queste soluzioni rendono lo sviluppo accessibile anche a persone senza un background tecnico strutturato, diminuendo la dipendenza dagli specialisti IT e aumentando la consapevolezza della popolazione aziendale sugli strumenti che utilizzano.
Fonte: Gartner.
2. Velocizzano i tempi di sviluppo software
Le piattaforme low-code riducono drasticamente i tempi necessari per sviluppare e implementare nuove applicazioni, grazie a:
Template di funzionalità già pronte. Gli ambienti low-code offrono una serie di funzionalità predefinite che possono essere utilizzate come modelli per approntare (e personalizzare) processi approvativi, iter di gestione documentale, meccanismi di notifica agli utenti e motori di ricerca avanzata. Il tutto è corredato da webhook e API per l’integrazione con l’ecosistema delle applicazioni aziendali esistenti.
Accelerazione del ciclo di verifica. Le piattaforme low-code avanzate includono strumenti integrati per il testing e il debugging. Di conseguenza, diventa più semplice sperimentare l'effettivo funzionamento delle app create e identificare eventuali colli di bottiglia.
Deployment rapido. Molte piattaforme offrono funzionalità di deployment automatizzato, che semplificano la distribuzione delle applicazioni. In questo modo si conferisce maggiore agilità all'organizzazione, che può disporre anche di tool specifici in tempi ridotti.
3. Riducono i costi IT (e non solo)
Le ricadute di una low-code platform sul piano economico sono facilmente misurabili: meno tempo dedicato allo sviluppo implica costi inferiori dell'IT aziendale (senza contare il valore aggiunto che si genera grazie all'opportunità per i tecnici di occuparsi di progetti più strategici).
Il contenimento della spesa, inoltre, dipende anche dal fatto che non siano necessarie figure specializzate per seguire l'intero iter di co-creazione del software: occorre naturalmente la presenza in azienda di profili IT e utenti esperti di business, che conoscano quindi le logiche della LOB per cui viene sviluppata una determinata soluzione. Ma nell'approccio low-code si tratta più di un ruolo di supervisione che di effettivo project management.
Bisogna infine considerare che i modelli di pricing delle piattaforme low-code sono spesso più accessibili rispetto ai tradizionali progetti di sviluppo software. Questo consente non solo una migliore pianificazione finanziaria, ma anche un calcolo più preciso sul ritorno degli investimenti.
4. Automatizzano workflow ripetitivi e processi secondari
Le low-code platform stanno cambiando radicalmente il modo in cui le aziende affrontano l'automazione dei processi secondari, rendendo – per le ragioni sopra esposte – questa pratica più accessibile e meno dispendiosa.
L'ulteriore vantaggio sta nella facoltà di digitalizzare e razionalizzare i workflow ripetitivi, che grazie alle piattaforme di nuova generazione possono essere inseriti facilmente nel complesso dei sistemi e dei processi aziendali esistenti.
5. Contribuiscono all’evoluzione dell’azienda in una platform company
L'introduzione di piattaforme low-code può rappresentare il primo passo per intraprendere il percorso di trasformazione dell'azienda in platform company, grazie allo sviluppo di sistemi IT flessibili, scalabili e modulari che semplificano l'integrazione e l'interoperabilità di task e strumenti.
L’evoluzione in platform company è un passo fondamentale nell'ottica di finalizzare il processo di trasformazione digitale. Significa acquisire la capacità di sfruttare la tecnologia per creare ecosistemi che migliorano la connettività, promuovono la collaborazione e generano reti di competenze.
Una platform company è infatti un'impresa capace di mettere a disposizione delle persone e dei processi una piattaforma digitale che facilita le interazioni, le transazioni e gli scambi di valore tra più gruppi di utenti, fuori e dentro l'organizzazione.
Esempi di applicazioni sviluppate con low-code platform
Ma quali sono le applicazioni che si possono sviluppare con una low-code platform? Molte delle automazioni oggi considerate vitali per un'impresa innovativa sono implementabili all'interno dei processi esistenti, mentre funzioni più tradizionali possono essere digitalizzate con estrema semplicità. Vediamo gli use case più frequenti:
- implementazione di strumenti ad hoc per la produttività in smart working
- gestione documentale
- gestione della comunicazione con i fornitori
- gestione della raccolta delle informazioni dell'organizzazione e dei clienti, anche ai fini della contrattualistica
- gestione integrata delle gare e dei bandi
- gestione della documentazione relativa al controllo qualità
- distribuzione della documentazione in materia di sicurezza
- distribuzione dei cedolini
- gestione dell'iter per la richiesta di permessi e ferie
- gestione del ciclo di vita delle immagini dei cataloghi
- gestione e distribuzione della rassegna stampa
- ottimizzazione dei processi order to cash
- approvazione delle fatture passive.
Come scegliere la migliore low-code platform
Resta solo da capire quali dovrebbero essere i criteri per scegliere la low-code platform che meglio risponde alle specifiche esigenze di un'organizzazione. Naturalmente, ogni azienda fa storia a sé, in base al settore di appartenenza, al livello di cultura digitale raggiunto e agli obiettivi di business che si è prefissata. Ma esistono alcuni parametri che, chi si trova nella fase di software selection, dovrebbe seguire.
Le caratteristiche da considerare nella scelta di una low-code platform
Assicurarsi che l'implementazione di una low-code platform si riveli un investimento di valore nel tempo significa sostanzialmente valutare cinque aspetti:
- l'interfaccia utente intuitiva (e quindi l'effettiva usabilità degli strumenti)
- la scalabilità della piattaforma
- la capacità della soluzione di integrarsi con i software e i processi presenti in azienda
- la qualità del supporto tecnico in fase di implementazione e in caso di necessità.
Il valore di un partner strategico nell'implementazione di una low-code platform
Il quarto punto è essenziale nell'ottica di sviluppare una low-code platform realmente su misura, in grado quindi di semplificare da subito le attività di generazione del software e soprattutto di evolversi nel tempo, man mano che cambiano le esigenze, gli obiettivi e le competenze dell'organizzazione.
Scegliere il partner giusto che:
- comprenda a fondo la filosofia e le necessità del business,
- definisca insieme agli owner di processo il miglior approccio possibile sul piano tecnico e organizzativo
è essenziale nell'ottica di procedere speditamente e in tutta sicurezza lungo l'intero progetto, dall'identificazione della roadmap fino all'implementazione definitiva della soluzione.
Make IT lo sa, e da vent’anni progetta e realizza soluzioni di process management per aziende e pubbliche amministrazioni seguendo proprio questa convinzione.
Zefiro, in particolare, è la piattaforma low-code che abilita gli utenti alla creazione di processi altamente configurabili e personalizzabili, anche senza l’intervento dei tecnici informatici.
Make IT non si occupa solo della sua installazione e del suo roll out, ma fornisce ai propri clienti l'assistenza e il supporto necessari per trasformare Zefiro in un prodotto su misura, un software strategico al servizio di tutta l'organizzazione.
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