Il valore dell’open source non si traduce solo in un risparmio sulle licenze, sulle attività di sviluppo, manutenzione e personalizzazione. Il software a codice aperto ha un ruolo chiave rispetto all'innovazione e alla modernizzazione aziendale.
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Dati alla mano, nel report “Open Source Maturity in Europe: Milestones, Opportunities, and Pathways in 2024” gli analisti di Linux Foundation Europe confermano come quasi i 2/3 delle aziende intervistate sottolineino che, tra i benefici dell’open source, vi sia tutta una serie di vantaggi che superano di gran lunga la voce dei costi.
Il ruolo strategico delle community
Dal punto di vista funzionale, operativo e strategico, la premessa fondamentale è che l’asset strategico del codice aperto è una community globale di esperti (analisti, sviluppatori, specialisti di reti e infrastrutture, esperti di cybersecurity…), che garantisce presidio e supporto puntuali e continui a tutti gli utilizzatori. Chi partecipa alla community, infatti, impara, contribuendo e restituendo un prodotto migliore. Questo approccio accelera l'innovazione, migliora la sicurezza, garantisce la trasparenza, favorendo una modernizzazione all’insegna della flessibilità e della resilienza tecnologica.
Ecco perché oggi l’open source è diventato parte integrante di infrastrutture critiche e settori strategici, dalle telecomunicazioni alla sanità, dalla finanza all'automotive. Come emerge dalla fotografia dei ricercatori, tutti i comparti industriali nell'economia globale oggi si basano su prodotti software e hardware che contengono codice open source e in una percentuale crescente, rispetto al codice proprietario.
Fonte: The Linux Fondation - Software-Defined Vertical Industries: Transformation Through Open Source (2024)
Vantaggi open source: 5 motivi che lo rendono una scelta strategica
La cultura dell’open source è ormai consolidata e le aziende che investono ottengono soluzioni flessibili, scalabili e di ultima generazione.
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1. Open source come motore di innovazione
Tutte le aziende, anche quelle più grandi, regolamentate e complesse stanno adottando sempre più il software open source non solo come componente di supporto, ma come elemento chiave dei loro modelli di ricerca, sviluppo e innovazione. I motivi di questo orientamento sono diversi: dalla crescente sofisticazione dei sistemi IT alla necessità di una maggiore interoperabilità tra le soluzioni fino alla volontà di mantenere un maggiore controllo sulle proprie infrastrutture digitali.
Per capire meglio il contesto, bisogna capire le differenze tra l’una e l’altra opzione.
- Il software proprietario, confinato all’interno dei laboratori di ricerca e sviluppo dei vendor, è un modello top down che offre soluzioni integrate e supporto ufficiale. Il codice blindato non comporta solo il rischio di vendor lock-in, ovvero la dipendenza da un fornitore specifico che rende difficile passare a un altro fornitore. Nel momento in cui il codice è protetto e inaccessibile, le innovazioni sono spesso guidate da necessità commerciali piuttosto che dalle esigenze degli utenti o della comunità, il che limita la sua flessibilità.
- Il software open source, mantenendo il codice aperto e accessibile a tutti, è alimentato da una community estremamente ampia e diversificata. Questo modello bottom up promuove la collaborazione, la co-creazione e l’innovazione. Democratizzando l’accesso alla tecnologia, nel novero dei vantaggi open source c’è un’accelerazione dell’innovazione, abilitata da soluzioni più rapide e spesso più creative. Sviluppatori e specialisti di tutto il mondo, infatti, ogni giorno contribuiscono a migliorare continuamente il software da tutti i punti di vista.
2. Sicurezza informatica e trasparenza dell’open source
Alla voce vantaggi open source un altro punto importante sono gli elevati livelli di protezione. Molti progetti OSS critici sono sostenuti da fondazioni e consorzi industriali che forniscono:
- aggiornamenti costanti,
- analisi delle minacce,
- strumenti di monitoraggio avanzati.
Rispetto ai software proprietari, un’intelligenza collettiva su scala globale di sviluppatori, esperti di cybersecurity e ricercatori indipendenti individua vulnerabilità e sviluppano patch in tempi estremamente ridotti.
Inoltre, le aziende possono avvalersi di provider specializzati che offrono versioni aziendali del software open source, con garanzie di supporto, manutenzione e risposta proattiva alle emergenze di sicurezza.
Questa gestione della sicurezza basata sulla revisione distribuita e sul principio della security through transparency mettono a sistema audit indipendenti e verifiche continue garantendo una maggiore affidabilità, ma anche adattabilità del software open source. Le aziende possono implementare misure di sicurezza ad hoc, personalizzando il software in base ai requisiti normativi e operativi specifici del loro ambito di riferimento.
Inoltre, molte soluzioni open source adottano pratiche avanzate di sicurezza come il DevSecOps, che integra la sicurezza in ogni fase del ciclo di vita del software, dalla progettazione al rilascio. Questo riduce il rischio di esposizione a vulnerabilità zero-day e aumenta la resilienza delle infrastrutture aziendali.
3. Interoperabilità e flessibilità: come l’open source semplifica l’integrazione digitale
L'open source garantisce la massima interoperabilità tra soluzioni diverse. Ecco perché è l'ideale per costruire architetture profondamente interconnesse e allo stesso tempo flessibili. Questo tipo di soluzioni sono progettate per comunicare e integrarsi facilmente con altre tecnologie, garantendo alle aziende la possibilità di costruire architetture IT più agili e scalabili.
Questo aspetto fa la differenza in contesti in cui la gestione di sistemi eterogenei e la necessità di scambio dati tra diverse piattaforme sono imprescindibili, come nel settore sanitario, finanziario e delle telecomunicazioni. L'adozione di software open source consente di evitare il rischio di vincoli e limiti tecnologici delle soluzioni proprietarie, assicurando una maggiore libertà ed agilità progettuale.
In questo scenario, l’Interoperable Europe Act promosso da Bruxelles si inserisce come una misura essenziale per favorire un’infrastruttura digitale europea più aperta, resiliente e competitiva. La normativa non solo promuove l’adozione di soluzioni basate su standard aperti, ma consolida un modello di cooperazione tra amministrazioni pubbliche e settore privato per la costruzione di ecosistemi digitali interoperabili.
Il quadro legislativo facilita l’accesso a tecnologie open, riduce la dipendenza da fornitori proprietari e incoraggia la trasparenza, offrendo nuove opportunità di innovazione e sicurezza per imprese e istituzioni. L'open source non ha solo rivoluzionato il cloud e le infrastrutture digitali. È diventato un asset strategico per l’Europa, facilitando lo scambio di dati, la creazione di servizi interoperabili e il miglioramento della sicurezza informatica.
4. L’open source come leva strategica nelle politiche digitali
In linea generale, l’adozione di politiche digitali orientate all’open source favorisce l’autonomia tecnologica dell’Europa, riducendo la dipendenza da software proprietari e chiusi. Inoltre, la collaborazione tra enti pubblici, imprese e comunità di sviluppatori sta accelerando l’innovazione e creando un ambiente più competitivo e dinamico.
Già nel febbraio scorso, l’EU Open Source Policy Summit ha riconosciuto nel software libero un pilastro per la modernizzazione digitale e una crescita sostenibile. Tra i vantaggi open source la sua capacità di affrontare le sfide legate all’Intelligenza Artificiale, all’Internet of Things (IoT) e alla gestione dei big data.
- In ambito AI il software aperto consente lo sviluppo di modelli più aperti, verificabili e accessibili, riducendo il rischio di bias algoritmici e aumentando la fiducia nei sistemi intelligenti. La community può sviluppare soluzioni multipiattaforma e creare applicazioni di intelligenza artificiale versatili e affidabili utilizzando più API.
- Nell’ecosistema IoT, garantisce standard aperti e interoperabilità tra dispositivi, migliorando la sicurezza e l'efficienza operativa in ambienti industriali e urbani.
- Per quanto riguarda i Big Data, la disponibilità di piattaforme open source consente alle aziende di gestire, analizzare e scalare enormi quantità di dati in modo più economico e flessibile.
Inoltre, le soluzioni web, mobili e cloud sono costruite in larga parte su infrastrutture open source. Non solo alcune soluzioni di dati e analisi sono disponibili solo in open source, ma anche la GenAI farà sempre più leva su questa tecnologia. Affidarsi a soluzioni aperte, oltre che su software proprietari, significa in molti casi semplificare la modernizzazione applicativa.
5. Tra i vantaggi open source c’è anche la sostenibilità
L’open source non è solo un motore per la trasformazione digitale, ma anche un fattore che promuove un ecosistema digitale inclusivo e aperto, in grado di rispondere alle esigenze di una società sempre più interconnessa e data-driven.
In un'epoca in cui le aziende devono coniugare innovazione digitale e responsabilità ambientale, l’open source favorisce il riutilizzo delle risorse e l’adozione di soluzioni software più leggere ed efficienti dal punto di vista energetico, incentivando soluzioni condivise per affrontare le sfide ambientali globali. La community, promuovendo iniziative di Green IT, lavora anche per ridurre l’impronta ecologica del settore tecnologico, promuovendo modelli di sviluppo più etici e responsabili. Grazie a una maggiore modularità e scalabilità della progettazione, le organizzazioni possono evitare sprechi e implementare soluzioni più leggere ed efficienti in termini di consumi e carbon feet, prolungando al contempo il ciclo di vita delle infrastrutture hardware.