IT Asset Management: come e perché può migliorare la tua Business Continuity

L'IT Asset Management (ITAM) è il processo che consente alle aziende di gestire in modo efficace e sistematico l’intero ciclo di vita delle risorse IT. Questo approccio include la catalogazione, il monitoraggio e la manutenzione di hardware, software, reti e altre risorse IT, ma anche di tutti i processi e servizi correlati, con l'obiettivo di ottimizzarne l'utilizzo, ridurre i rischi operativi e potenziare la sicurezza.

 Un approccio integrato all'IT Asset Management è essenziale per ottimizzare le risorse IT, garantire la continuità operativa e ridurre i rischi

IT Asset Management: perché oggi è decisivo per la resilienza digitale dell’impresa

In un contesto sempre più interconnesso e ad alta esposizione alle minacce, l’IT Asset Management (ITAM) è un processo strategico per ogni organizzazione che vuole migliorare l’efficienza operativa, garantire la compliance normativa e proteggere la continuità del business. Lo confermano i numeri: nel 2024, il mercato globale dell’ITAM è stato valutato in 1,96 miliardi di dollari e, secondo le stime, raggiungerà i 2,85 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 6,32% tra il 2025 e il 2030 (Fonte: Mordor Intelligence).

Come e perché le aziende investono nell'IT Asset Management

Implementare un processo strutturato di IT Asset Management significa avere una visione chiara delle risorse IT aziendali, (ovvero infrastrutture e componenti, applicazioni e dati aziendali, dispositivi endpoint, piattaforme cloud e servizi di rete), del loro valore e delle loro criticità. Solo così è possibile migliorare l’efficacia e l’efficienza delle risorse IT rafforzando la capacità di risposta a eventi imprevisti e garantendo la continuità operativa.

Quali sono le principali sfide dell’IT Asset Management

Adottare un modello di IT Asset Management realmente funzionale all’organizzazione non è un percorso semplice. Il motivo è storico: con la progressiva introduzione di nuovi sistemi, soluzioni, macchine e applicazioni, la stratificazione tecnologica nelle aziende genera un'opacità informativa che rende difficile avere una visione chiara dell'intero ecosistema IT. Anche il turnover del personale e la perdita della memoria storica aziendale rendono difficile mantenere aggiornato e coerente un registro affidabile degli asset IT.

La mancanza di una strategia centralizzata e l’incapacità di sviluppare modelli operativi adatti allo scopo porta il 47% delle aziende a gestire i propri asset IT attraverso processi incoerenti e scarsamente aggiornati (Fonte: Global ITAM Survey 2022-2023 Deloitte 2024).

Perché l'ITAM non funziona ancora in molte aziende

Per ogni azienda è fondamentale riconoscere le aree critiche che impediscono all’ITAM di generare valore reale e sostenibile. Di seguito, una guida operativa alle sfide più rilevanti che le aziende devono affrontare:

  1. La mancanza di monitoraggio continuo e aggiornamento sistematico degli asset IT espone le aziende a criticità operative e di sicurezza. Tecnologie obsolete o non più compatibili con l’ecosistema digitale attuale possono diventare punti di accesso per minacce informatiche, rallentare i processi e compromettere la disponibilità dei servizi critici.
  2. Una governance destrutturata del ciclo di vita degli asset IT moltiplica ridondanze, inefficienze e spese non tracciate. La scarsa visibilità su utilizzi reali, contratti attivi e pianificazione delle sostituzioni genera decisioni reattive e investimenti non strategici.
  3. In assenza di un inventario IT continuamente aggiornato e integrato, è impossibile mantenere il controllo su disponibilità, utilizzo, proprietà e stato degli asset. Questo limita la capacità decisionale, rallenta la risposta agli incidenti e ostacola ogni iniziativa di ottimizzazione, audit o trasformazione digitale.
  4. Una gestione frammentata delle licenze espone le organizzazioni a rischi legali, sanzioni economiche e interruzioni operative. L’assenza di un controllo centralizzato sulle condizioni contrattuali e sulle scadenze di rinnovo compromette la compliance e genera sprechi, soprattutto in ambienti multivendor e multicloud.
  5. La scarsa integrazione con i processi di business dell’IT Asset Management lo rende un silos tecnico, disconnesso dai processi core aziendali, facendogli perdere la sua funzione strategica. L’assenza di allineamento con finance, procurement, operations, risk management e sicurezza informatica limita la possibilità di anticipare bisogni, pianificare evoluzioni e prendere decisioni basate su insight condivisi. Un ITAM realmente efficace deve diventare parte integrante della governance aziendale, supportando scelte informate lungo l’intero ciclo di vita del business.

IT Asset Management e Business Continuity

In sintesi, la gestione degli asset IT poco reattiva e frammentata si riflette inevitabilmente sulla capacità dell’organizzazione di garantire continuità, tempestività e affidabilità nei momenti critici. Un approccio disallineato non solo rallenta i processi decisionali, ma compromette anche la coerenza tra governance IT e strategia di risposta agli imprevisti, dai guasti tecnici agli attacchi informatici.

CTA-WP_Prevenire attacchi cyber

L’ITAM, se progettato come sistema integrato, può invece diventare un alleato fondamentale della Business Continuity, mettendo a disposizione dati affidabili, aggiornati e interoperabili con gli altri presìdi di continuità. Di seguito i 5 principali benefici strategici di un ITAM evoluto:

#1 Visibilità completa sugli asset
Un inventario accurato consente di identificare tempestivamente gli asset critici, monitorarne lo stato e ridurre il rischio di interruzioni operative.

#2 Ottimizzazione delle risorse IT
Una gestione efficace del ciclo di vita degli asset IT permette di evitare sprechi, migliorare l’efficienza operativa e sostenere decisioni coerenti con le priorità aziendali.

#3 Prevenzione proattiva
L’ITAM consente di individuare tempestivamente vulnerabilità e anomalie, potenziando la capacità dell’organizzazione di anticipare eventi critici, mitigare l’impatto e rafforzare la postura di sicurezza informatica.

#4 Compliance normativa
Un sistema ITAM ben strutturato aiuta le aziende a rispettare le normative vigenti, assicurando trasparenza, tracciabilità e coerenza nella gestione degli asset IT. Una governance centralizzata semplifica gli audit, previene le inadempienze contrattuali e riduce il rischio di blocchi operativi o sanzioni.

#5 Resilienza operativa
Integrando ITAM e ITSCM, l’organizzazione può contare su una struttura reattiva, allineata e basata su dati affidabili, capace di intervenire in modo coordinato e tempestivo per contenere l’impatto di eventi critici, garantire la continuità dei servizi e rafforzare la tenuta complessiva del sistema.

Il legame tra IT Asset Management e IT Service Continuity Management

L'IT Asset Management e l'IT Service Continuity Management (ITSCM) sono due discipline strettamente interconnesse, fondamentali per garantire la resilienza operativa delle aziende.

  • L’IT Asset Management fornisce i dati, le dipendenze e la mappatura critica delle risorse digitali, consentendo di identificare rapidamente le risorse critiche da ripristinare
  • L’IT Service Continuity Management utilizza le informazioni dell’ITAM per determinare le priorità di intervento, orchestrare ripristini e ridurre l’impatto degli imprevisti, garantendo che ogni azione sia basata su dati aggiornati, documentazione accessibile e procedure allineate.

Grazie a un ITAM evoluto, l’ITSCM può disporre della visibilità necessaria per attivare piani realistici, tempestivi e coerenti con i livelli di rischio dell’organizzazione. Una volta integrati i due sistemi, diventa possibile mappare non solo gli asset, ma anche le vulnerabilità che minacciano la continuità operativa: dai guasti hardware ai malfunzionamenti software, dalle violazioni della sicurezza agli attacchi informatici, fino a eventi imprevedibili come blackout, disastri naturali o assenze improvvise del personale chiave.

Quando ITAM e ITSCM operano come un unico sistema, ogni decisione critica trova appoggio su basi solide: dati affidabili, visibilità sulle priorità, e una regia condivisa del rischio. È in questo equilibrio informativo che la continuità evolve da risposta emergenziale a capacità progettuale. Ed è lì che inizia la vera resilienza.

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